
23 maggio, 2022
Ogni anno, 3 milioni di ragazze rischiano di subire mutilazioni genitali femminili. Ma di cosa si tratta? E perché le bambine e ragazze sono a rischio?
Ogni anno, 3 milioni di ragazze rischiano di subire mutilazioni genitali femminili.
Questa pratica brutale comporta l’asportazione parziale o totale dei genitali femminili esterni, per motivi non medici. Seppur illegali in molti paesi, le mutilazioni sono ancora considerata da molti un rito di passaggio che segnala la disponibilità di una ragazza per il matrimonio.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le mutilazioni “una forma estrema di discriminazione femminile” e “una violazione dei diritti di bambine e ragazze”.
Le conseguenze di queste pratiche sono gravi: infezioni, traumi psicologici, dolore cronico, difficoltà urinarie, infertilità e persino la morte.
Per Faith, una ragazza di 14 anni in Kenya, le mutilazioni e il matrimonio minorile sono problemi reali.
“Nel nostro villaggio, quando una ragazza raggiunge i 9 anni, viene sottoposta a mutilazioni e data in sposa”, condivide Faith.
Florence è insegnante e responsabile di un centro Compassion presso una delle nostre chiese partner in Kenya. Gestisce un rifugio per ragazze a rischio, grazie al quale ha salvato oltre 400 ragazze da mutilazioni e matrimoni minorili.
Oggi, queste ragazze frequentano la scuola e le università. La passione di Florence per la difesa dei diritti delle ragazze è alimentata dalla sua stessa esperienza.
“Un uomo si avvicinò alla mia famiglia per costringermi a sposarlo. Voleva che fossi la sua quarta moglie”, ricorda Florence. “Non volevo sposarmi da bambina, quindi fuggii e vissi con amici che mi aiutarono a studiare”.
Florence è riuscita a terminare il liceo e l’università. Ha sposato l’uomo che ama, un privilegio che poche donne della sua età conoscono. Oggi, grazie al suo ruolo di insegnante, può fare la differenza nella vita delle ragazze in povertà.
“Le ragazze e le donne sono il pilastro di una nazione. Una ragazza istruita può fare scelte migliori per la sua famiglia. Quando le ragazze e le donne sono forti, l’intera comunità ne sperimenta i benefici”, condivide Florence.
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Fonti: World Health Organisation, UNICEF