
11 dicembre, 2023
Mashoni, 3 anni, desiderava giocare come gli altri. Nato con paralisi cerebrale, non poteva camminare. I suoi genitori avevano perso la speranza, ma Dio aveva un altro piano.
Quando vidi il mio piccolo Mashoni camminare verso di me, lacrime di gioia mi riempirono gli occhi.
Mentre mi sorrideva, ricordavo i giorni in cui lo guardavo lottare. Ogni volta che provava a stare in piedi, cadeva di nuovo a terra. Era una battaglia costante.
Man mano che mio figlio Mashoni cresceva, ero molto preoccupata. Aveva difficoltà a stare seduto e gattonare. A 20 mesi non riusciva ancora a stare in piedi e tanto meno a camminare.
Purtroppo, in ospedale gli fu diagnosticata una lieve paralisi cerebrale che colpisce le gambe. I mesi passavano senza che potesse a camminare, finché i medici ci dissero che aveva bisogno di dispositivi medici alle caviglie e ai piedi.
In quel momento le tenebre coprirono la nostra speranza. La nostra fede si indebolì. Ci chiedevamo perché ci fosse successo questo. Come avremmo pagato le cure di nostro figlio? Ci eravamo arresi all'idea di convivere con la malattia di Mashoni, perché non potevamo farci niente.
Guardare i suoi amici giocare era doloroso, perché non poteva unirsi a loro. Ero sempre al suo fianco, perché gli altri bambini non potevano prenderlo in braccio per portarlo da un posto all'altro.
Un giorno incontrammo una giovane donna: era una volontaria della chiesa, voleva invitare nostro figlio a un programma per bambini. Le dissi che mio figlio era disabile e che non poteva camminare.
Ricordo che Rebecca, la volontaria, mi guardò negli occhi e mi disse: "Un giorno, tuo figlio camminerà". Pensavo stesse scherzando, ma la sua fede mi incoraggiò.
Al centro Compassion abbiamo imparato a conoscere cosa vuol dire prendersi cura dei bambini, avere cibo sano e conoscere la Parola di Dio.
I volontari della chiesa e gli operatori Compassion ci hanno mostrato quanto Dio ci ama e che avrebbe guarito nostro figlio.
Mio marito era scettico e non credeva che Mashoni potesse stare in piedi, tanto meno camminare.
Quattro mesi dopo, la chiesa ci accompagnò all'ospedale di Blantyre, dove Mashoni sarebbe stato visitato e avrebbe avuto dei tutori per i piedi. Ero sbalordita. Era come se l'oscurità si stesse allontanando. Per la prima volta, abbiamo potuto vedere la luce.
Salimmo su un autobus. Era la prima volta che viaggiavo in città. Guardavo mio figlio trattenendo le lacrime. Nella mia mente, potevo già vederlo camminare e correre, giocare con i suoi amici. La chiesa ci ha sostenuto per il trasporto, i pasti e per pagare i tutori per le caviglie e i piedi.
Dopo la visita, tornammo a casa felici e con rinnovata speranza. Grazie ai tutori, Mashoni poteva imparare a stare in piedi e a camminare. Non è stato facile, cadeva a terra e si rialzava, ma non era disposto a arrendersi.
Sono passati 18 mesi da quando Mashoni ha ricevuto i tutori. Ogni passo che compie è più forte e più sicuro. Ora cammina da solo.
Ora può giocare coi suoi amici quando vuole. Non ha più bisogno che lo porti tra le mie braccia. Guardarlo giocare mi fa capire quanto Dio sia meraviglioso. Ha benedetto la mia famiglia attraverso la chiesa e il centro Compassion.
E ancora più grande è la sensazione di essermi liberata dalla tristezza, dalla paura e dalla preoccupazione!
Grazie al sostegno a distanza aiuterai i nostri operatori e i volontari delle chiese locali a prendersi cura delle vite dei bambini che vivono in povertà.
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